Documento non approvato
all'attivo di zona del 21 novembre 2003


In merito al documento approvato dalla segreteria nazionale il 25/26 ottobre 2003 e a seguito delle discussioni svoltesi nel precedente attivo del circolo "A. Gramsci" del 31 Ottobre 2003 e nelle riunioni di nucleo, consideriamo le conclusioni strategiche "di un'alternativa programmatica di governo" inopportune e deleterie nella fase odierna:

1. Perché come prima analisi non seguono la linea politica approvata dal V° Congresso del nostro partito che era fortemente critica con il centro sinistra e privilegiava un alacre impegno all'interno dei movimenti che contrastano l'ossatura portante della società globalizzata e capitalistica.

2. Perché non suffragate da una reale convergenza d'intenti tra Rifondazione Comunista e le forze politiche che compongono il centro sinistra.

3. Perché l'effetto di "deriva moderata del Partito", ovvia conseguenza di continue mediazioni all'interno di un'eventuale coalizione col Centro-Sinistra, ostacolerebbe i movimenti di lotta in difesa dello stato sociale e le battaglie per l'estensione dei diritti democratici, snaturandone la loro connotazione di scontro di classe.

4. Perché noi crediamo che tutte le nostre battaglie siano uno strumento ad alto contenuto partecipativo per accrescere e stimolare nuove forme di coscienza di classe per un alternativa sociale e politica e non per un'alternanza di governo.

5. Perché riteniamo che le priorità del momento siano:
· Il consolidamento e il rafforzamento del nostro Partito nella prospettiva della realizzazione di un Partito Comunista di massa
· il rilancio dei movimenti di massa
· l'opposizione radicale al governo Berlusconi per una sua caduta anticipata
· la costruzione su basi discriminanti di una sinistra alternativa (l'antiliberismo, il no alla guerra, la difesa dei salari, delle pensioni, della scuola pubblica, del welfare, la cittadinanza ai migranti, ecc.).

6. Perché un'alleanza programmatica con Prodi e D'Alema, che sono stati artefici di controriforme pesantissime nel campo dei diritti e del lavoro e che, purtroppo, da quelle posizioni non si sono discostati, né tanto meno hanno cambiato i loro principali referenti che restano all'interno del quadro economico del capitalismo italiano, è irrealizzabile se non a condizione di accettare una pesante trattativa al ribasso. E infatti, nella sua relazione introduttiva, Fausto Bertinotti dichiara "sono contrario ad un'affermazione puntiforme di singoli aspetti programmatici, perché dobbiamo cambiare l'asse, l'orientamento generale".

Per questi motivi riteniamo non esistano le condizioni per un accordo di governo con il centro sinistra e chiediamo che tutti gli iscritti del partito possano esprimersi in modo democratico, determinante ed inequivocabile su queste scelte mediante gli strumenti messi loro a disposizione dallo statuto:
· Art. 9: Su questioni di particolare rilievo politico gli organismi dirigenti possono promuovere forme di consultazione, anche referendaria, di tutte/i le/gli iscritte/i secondo norme e modalità stabilite di volta in volta.
· Art. 31: Per esaminare (...) specifici problemi politici, possono essere convocate conferenze di circolo, cittadine, zonali, di federazione, regionali e nazionali. Vengono indette per ogni singola istanza, dai rispettivi organismi dirigenti che stabiliscono gli obiettivi politici e le modalità di svolgimento e di partecipazione.
Le conferenze non sono sostitutive dei congressi e non possono eleggere o modificare gli organismi dirigenti. (...)


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